Gilera Argentina

 

Il progetto operativo dell’azienda Gilera Argentina SACeI  (Sociedad Anonima Comercial e Industrial) vide la luce nell’autunno 1953.

Tutto ebbe origine da un invito rivolto a Giuseppe Gilera da parte del generale Juan Domingo Perón (che voleva industrializzare l’Argentina) di costruire uno stabilimento per la produzione di motociclette.
Il nome Gilera era già ben conosciuto in Argentina, perché diverse Saturno erano state importate alla fine della guerra e in mano ad alcuni piloti locali, si erano distinte nelle gare di velocità; Pagani e Brini, piloti affermati in Italia, avevano inoltre compiuto delle tournée vincendo numerose gare.
Dopo il 1957 furono importate, a titolo dimostrativo, diverse moto Quattro cilindri e alcune 175 bicilindriche che riscossero l’ammirazione e l’entusiasmo degli appassionati argentini.
Durante il primo viaggio, avvenuto nel 1952, Giuseppe visitò un’officina di Mendoza per visionare il macchinario ivi esistente che si rivelò del tutto inutilizzabile; i macchinari furono, quindi, importati dall’Italia.
La base operativa importante, i tecnici, venne dal trasferimento in Gilera Argentina di capireparto della fabbrica di Arcore (tra i primi Sala, Penati e Galliani), che avviarono materialmente la produzione: molti (Mancebo, Bossio, Piscitello, Frank, Dembling e altri) vennero assunti localmente tra il 1957 e il 1963. Confluirono, infine, personale e capireparto di origine veneta (Piccin, Casagrande e Balbinot) della Byr (bicicletas y repuestos), società tra Remo Dolce e Guido Carnielli con sede a Quilmes, alle porte di Buenos Aires.

L’azienda sorse in località Carlos Spegazzini (Ezeiza), a fianco della strada nazionale 205 e della linea ferroviaria Roca (F.C.N.G.R. Ferrocarril Nacional General Roca): il luogo era ben scelto, si trattava di un terreno piano, destinato ad area industriale a circa 40 chilometri Sud-Ovest di Buenos Aires. La grande strada Pistarini, che più tardi prenderà il nome di General Riccheri, collegava la città all’Aeroporto di Ezeiza, alle spalle della zona industriale e, nei progetti, doveva venir prolungata in direzione Mar del Plata, passando proprio in fianco alla zona dove venne costruita la Gilera. La strada, però, non ebbe sviluppi per decenni e solo in anni molto recenti ne è stato costruito un ulteriore tratto oltre l’Aeroporto.
Gli uffici della direzione, con i settori acquisti, commerciale e amministrazione, furono dislocati in Bernardo de Irigoyen 546 al terzo piano, in fianco all’Avenida 9 de Julio, in centro alla città.
Più tardi la direzione, venduti gli uffici di Bernardo de Irigoyen, si trasferirà all’indirizzo di Chile 80, in una posizione più decentrata.
Lo stabilimento fu collocato all’interno di un’area a forma di trapezio rettangolo, di circa 140.000 metri quadrati; la superficie coperta industriale era composta da un edificio a ‘C’ più alcune costruzioni staccate, per un totale di circa 11.100 metri quadrati. Al centro della ‘C’ si trovava il serbatoio dell’acqua. Su un lato, a fianco della strada interna di accesso alla zona industriale, sorgeva una palazzina che ospitava i guardiani dello stabilimento, gli spogliatoi del personale, il centro di elaborazione dati e un piccolo alloggio previsto, in origine, per i signori Gilera.

Il progetto si deve all’ingegner Mina al quale subentrò quasi subito l’ingegner Gardonio, coadiuvato da un altro tecnico di origini tedesche. La costruzione fu realizzata in fasi successive: per primo, dal 1952, il corpo centrale rettangolare e tra il 1955 e il 1962 le due ‘ali’, prima quella di fondo dove furono alloggiate le lavorazioni di fonderia e la produzione dei telai, poi quella più grande nella quale trovarono posto tutte le macchine per le lavorazioni meccaniche d’officina.
La progettazione degli impianti produttivi era stata fatta, naturalmente, ad Arcore e affidata all’ingegner Argine, al disegnatore Crotti e al tecnico Roberto Galliani; in Argentina si trovava già l’Ingegner Buvoli.
La struttura produttiva era, e rimase, assolutamente verticale e fortemente integrata, sia per lo scarso sviluppo locale di produttori di parti, sia per la politica fiscale argentina che colpiva con tassi altissimi le importazioni; si fabbricava quindi quasi tutto, a eccezione degli pneumatici, dei carburatori e candele, delle guarnizioni e degli impianti elettrici. Alcune piccole officine, molto spesso gestite dallo stesso personale di fabbrica, si costituirono all’esterno con la veste di fornitori di lavorazioni.
Fu tuttavia consentita l’importazione di un buon lotto di motociclette parzialmente smontate, circa 800, per coprire il tempo necessario ad avviare la produzione a Carlos Spegazzini: di fatto, dal 1953 fino ai primi mesi del 1956, la fabbrica realizzò solo montaggi di motoveicoli, mentre da quell’anno iniziò l’intera produzione meccanica.

Ciò che la Gilera Argentina non ebbe mai fu un’autonomia nella creazione integrale di modelli: furono eseguite solo piccole modifiche necessarie sia per adattare le macchine a condizioni ambientali diverse da quelle europee, sia per ovviare a difficoltà di esecuzioni tecniche locali. Occasionalmente fu assemblato qualche prodotto ‘autoctono’ come la SC, utilizzando tuttavia parti di modelli diversi o con qualche esecuzione speciale, come il serbatoio.
Uno sforzo notevole fu dedicato alla formazione del personale assunto in loco che non aveva alcuna tradizione e nemmeno una preparazione meccanica: ogni persona, giudicata sufficientemente formata, veniva assegnata a una macchina utensile.
I primi modelli fabbricati, dal 1954 al 1962, appartenevano alla prima serie della 150 (Turismo, Sport e Super Sport), prodotti robusti che ben si adattarono alle condizioni di uso locali, che contribuirono a costruire la fama di affidabilità della Marca. Dal 1962 fu impostata la nuova serie Giubileo (150, 175, 200 Extra, 200 Gran Turismo) che richiese soprattutto modifiche alla pompa dell’olio, l’adozione di filtri aria e alcune modifiche ai cicli di lavorazione di cilindri e alberi a cammes; a questa serie si aggiunsero, dal 1966, la B 300, la Spring Country TC (un modello particolare per l’Argentina) e il motocarro leggero T-500, di 200 cc. Dal 1964 furono avviate le forniture di parti automotive all’IBM e alla Citroën.

L’andamento fu favorevole nel corso degli anni Cinquanta, ma le cose iniziarono a peggiorare dopo il 1963, per diverse ragioni: la prima fu il rapido e impressionante declino economico della Nazione Argentina condotta, nel post-peronismo, dai militari, quando l’inflazione era enorme, il risparmio era impossibile e si comprava tutto con dilazioni: nel caso dei beni semidurevoli come le moto si arrivava anche oltre i 270 giorni… e negli anni a seguire questi dati peggiorarono ulteriormente.
Il totale delle vendite di moto del mercato nazionale crollò da poco più di 24.000 unità a 12.900 unità tra il 1964 e il 1966; la Gilera Argentina mantenne una quota di vendita di circa 6.100 unità, il che la portò a rappresentare il 50% delle vendite totali e il 70% circa se non si considerano i ciclomotori. Le vendite all’estero non decollarono mai per i mancati accordi commerciali tra i vari Paesi sudamericani, tant’è che nel quinquennio 1962-1967 furono esportate solamente 2.171 motociclette.
Le difficoltà di Moto Gilera Italia certamente influirono sull’andamento della Gilera Argentina alla quale venne a mancare un importante supporto tecnico e un programma di rinnovo di prodotti.

Nel 1967 l’organigramma aziendale riportava un totale di 390 dipendenti, di cui 4 dirigenti, 12 Jefes (responsabili di settore), 15 Capataces (capi reparto), 56 impiegati tecnici e amministrativi e 303 operai. Il Servizio medico era assicurato dal dott. Armando Medina.
Nel novembre 1969 avvenne il passaggio delle attività di Moto Gilera Spa alla Piaggio, che in conseguenza divenne azionista per una quota di poco inferiore al 25% della Gilera Argentina; ma non dimostrò alcun interesse nell’azienda e, dopo una visita dell’ingegner Marsano nel 1971, non se ne occupò più, al punto da cedere, in anni molto recenti, anche il Marchio Gilera a un produttore locale e solo per quel mercato.
Negli anni successivi le relazioni e le comunicazioni con l’Italia si diradarono fino a interrompersi; nel 1972 l’azienda entrò nell’orbita del gruppo cileno Bolocco e successivamente venne nazionalizzata dal governo argentino assumendo il nome di Libertad Motors.

È difficile stabilire quanti veicoli abbia prodotto Gilera Argentina nel corso dei suoi 19 anni circa di vita ‘conosciuta’: una prudente stima colloca la quantità tra 90.000 e 110.000 unità. Il dimensionamento dell’azienda avrebbe dovuto consentire produzioni fino a circa 9.500 unità all’anno, ma l’accennata situazione generale della Nazione Argentina, dei rapporti con gli altri Paesi sudamericani e alcuni ‘colli di bottiglia’ tecnici e non, hanno probabilmente consentito di avvicinare quel livello solo per un paio di esercizi prima della fine degli anni ’50.
L’organizzazione commerciale dell’azienda si sviluppò progressivamente dai due soli distributori iniziali, uno per il Nord del Paese e l’altro per il Sud, fino a comprendere 13 distributori, inclusa la filiale di Cordoba di proprietà dell’azienda.